Odio la perfezione.
Dall’alto dei miei difetti abbraccio gli sbagli.
Amo i distratti, i confusi. Rispetto gli strani, un pò strampalati, e gli svitati.
Credo nella pazienza che si deve a un errore, il tatto da usare per gli inadeguati, per chi si sente tale.
Ammiro la grazia di chi abbatte i pregiudizi e la rabbia di questi tempi stanchi. Chi si attarda ad attendere gli ultimi, i derisi, gli sconfitti.
Di questa gente ho in serbo il nome e l’esempio, la dignità che prende forma in forza e coerenza.
Provo a non limitarmi nell’ammirazione. E nella mia quotidiana imperfezione, a fare tutto il possibile per esser simile a loro. Del mio meglio.