Per i pochi che insultano, picchiano e mentono ce ne sono (tanti) che accolgono e pazienti resistono nel giorno per giorno delle azioni concrete e minime.
Non rassegniamoci alla retorica del tutto è perduto. Sono ore drammatiche, è vero. E dobbiamo trovare la forza di condannare questa violenza legalizzata da una cultura dell’odio di cui Salvini è solo il giostraio che incassa consenso.
Ma serve anche quella giusta dose di ingenuità per raccontare il bello, e il giusto, e portarli all’attenzione delle persone. Non i sentito dire, i rancori, le pulsioni violente. Ma le storie di nomi e cognomi di esseri umani.
Serve la spregiudicatezza di credere che esiste un’Italia diversa, senza cadere però nella retorica uguale e contraria dell’arroganza, del tanto ho ragione io.
Ci sono voluti anni per arrivare a questo punto, anni serviranno per uscirne. Uno dei modi, non l’unico, non esaustivo ma democratico perché alla portata di tutti e di ciascuno, è tentare di fare le cose giuste. E passare parola.
(Foto di Roberto Perotti)