Quello del 12 giugno sara’ un appuntamento importante, , per una città che, come l’intero paese, ha attraversato due anni di pandemia, che l’hanno ferita e messa a dura prova.
È sempre più chiaro che il ritorno alla “normalità” non potrà essere inteso come un “tornare a come eravamo prima”, tali e tante sono le contraddizioni che questi mesi hanno messo, a tutti i livelli, in luce.
Abbiamo contribuito a costruire un nuovo progetto per Parma ponendo i riflettori su questioni che riguardano alcune fasce di popolazione che soffrono maggiori difficoltà e che dalla pandemia sono state colpite più duramente, questioni che riguardano da vicino la vita di tante se non tutte le famiglie della città.
La necessita’ di investire sul welfare, l’ambiente, la salute , ,il lavoro, per ridurre le enormi disuguaglianze che sono sotto gli occhi di tutti, e’ una delle “ lezioni “ piu limpide che questa pandemia ci consegna .
Facciamo nostra la consapevolezza che è indispensabile adottare uno sguardo attento ai diversi impatti che le politiche hanno sulle donne e sugli uomini .
Ridurre il gap di genere deve essere un obiettivo di ogni intervento del governo locale, sia in fase di progettazione che di rendicontazione, cosi come suggerito anche dalle recenti Linee guida regionali sui bilanci di genere.
La pandemia ha pesantemente aggravato lo squilibrio negli impegni di cura delle persone fra donne e uomini.
PARMA CITTA’ 30
Mobilità
La strada deve tornare ad essere luogo di incontro, socializzazione e commercio. Parma vanta una tradizione storica a riguardo, inoltre per sua natura e conformazione è il luogo ideale per spingere ulteriormente in questa direzione. Perché ciò accada dobbiamo ridurre velocità e parcheggi, restituendo spazio alle persone.
Ci proponiamo pertanto di:
- estendere le zone 30 in tutti i quartieri della città;
- ridurre progressivamente i parcheggi e le zone di sosta, a partire dal centro, ampliando i parcheggi scambiatori nelle periferie e investendo fortemente nel trasporto pubblico locale;
- potenziare la rete di piste ciclabili su strada in tutta la città;
- incentivare la relazione tra comune e aziende del territorio per una pianificazione condivisa dei tempi di lavoro;
- chiudere alle auto tutte le strade di accesso alle scuole nelle fasce orarie sensibili, favorendo la nascita dei percorsi casa scuola a piedi o in bici (pedibus, bicibus);
- rendere pedonali (anche per periodi limitati) di tempo alcune vie della città.
Re-greening urbano
Per migliorare la qualità della vita nella città (abbassamento delle temperature), soprattutto nelle zone più povere di aree verdi, ci proponiamo di adottare progetto di de-sealing (riduzione consumo di suolo) e ritorno al verde urbano, concedendo anche agevolazioni ai privati che faranno opera analoga su aree di loro proprietà.
Rifiuti
In Italia ci sono decine di comuni dove la produzione pro-capite di rifiuto indifferenziato ha raggiunto i 30Kg all’anno. Dobbiamo ambire anche noi a quel risultato. Per farlo occorre:
- riprendere in mano il sistema della raccolta differenziata, investendo periodicamente in campagne di informazione, formazione e sensibilizzazione finalizzate a rilanciare la qualità del materiale differenziato;
- rafforzare il sistema di controllo e sanzionatorio per punire i trasgressori;
- ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti incentivando l’economia circolare, attuando campagne di sensibilizzazione verso produttori e consumatori;
- promuovere la nascita di centri del riuso e delle compostiere di comunità.
Energia
Il punto 11 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sanciti dall’Agenda 2030 dell’Onu recita: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Occorre quindi:
- accelerare la transizione verso le rinnovabili a partire dagli edifici e servizi comunali (sedi comunali, scuole, impianti sportivi, ecc);
- ridurre gli sprechi migliorando l’efficienza energetica;
- promuovere, incentivare e sostenere la nascita di una comunità energetica in ogni quartiere e frazione del territorio comunale;
- sostenere progetti per la diffusione sul territorio del Tutor energetico, in grado di affiancare le famiglie e i cittadini a reddito medio basso nell’individuazione delle soluzioni di efficientamento energetico più efficaci e delle modalità di finanziamento degli interventi.
Acqua pubblica
L’acqua è un bene comune e come tale non può essere mercificata. Così come chiaramente espresso dai referendum del 2011 siamo per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato. Ci proponiamo pertanto di affidare ad un soggetto terzo (Università di Parma) uno studio di fattibilità che valuti benefici, costi e tempistica per una scelta di questo tipo.
Aeroporto Verdi
Come Parma La Sinistra Coraggiosa abbiamo chiesto ed ottenuto che nel programma di coalizione il centrosinistra si esprimesse in modo chiaro su un tema di grande rilevanza. Per questo sosteniamo il no all’ampliamento dell’aeroporto per i voli cargo e il no ad ogni ulteriore consumo di suolo.
Parma. Prima chi è piu fragile
Ridefinire un modello DI Welfare , che abbia come riferimento una popolazione non superiore ai 40/50.000 abitanti, per favorire la sua identificazione e accessibilità, con funzioni di responsabilità e organizzative interne. Nelle Case della comunità, prefigurate nel PNRR, occorre che siano bene identificabili le funzione sociali e trovino adeguato riconoscimento anche quelle realtà cooperative, educative e di volontariato che danno qualità alla vita degli abitanti di un determinato territorio. Per questo ci sembra utile che nella città vengano identificate 4 Case della Comunità, in convergenza con i 4 Poli territoriali e, in esse, definito un sistema di responsabilità condivise, in cui si attui, anche in via preventiva, il raccordo sociale – sanitario.
Proposte sui servizi agli anziani
Migliorare Il sistema di accesso ai servizi, potenziare l’affiancamento, sostegno nell’affrontare la non autosufficienza e in particolare il decadimento cognitivo e la demenza, attraverso attività informative, la consulenza professionale nelle scelte assistenziali, l’accompagnamento nei passaggi nei diversi luoghi di cura, presidio e monitoraggio dell’assistenza privata.
Potenziare, in capo al Comune, una strutturata attività di verifica/controllo, (per quanto caratterizzata in senso promozionale), sulla qualità di funzionamento, soprattutto tecnico e relazionale, sia delle tradizionali strutture residenziali e semiresidenziali, sia delle nuove Case famiglia, sia dell’insieme dei servizi offerti ai cittadini anche in collaborazione con soggetti privati.
Sostenere la domiciliarità delle persone anziane, in cui vanno a pieno titolo ricompresi i Centri Diurni con queste modalita’
A proposito del binomio assistente familiare/ persona non autosufficiente, riconoscere la funzione importante delle assistenti famigliari nel sistema complessivo delle cure, obbliga il sistema pubblico a farsene maggiormente carico sia con percorsi formativi qualificanti, sia con modalità di tutoring e di supervisione. Soprattutto se la persona anziana è sola, occorre scongiurare il rischio di una ghettizzazione a due.
“Sentirti che piacere”: ovvero un monitoraggio costante su tutti i grandi anziani che vivono soli e senza reti primarie di riferimento che preveda una verifica/controllo permanente (cioè secondo tempistiche personalizzate e definite) sullo stato della loro vita quotidiana. intervento promosso nel Servizio sociale di territorio con il coinvolgimento di volontari o vicini. Per gli interventi di domiciliarità leggera, valorizzare e diffondere il progetto “Per fortuna che c’è il vicino”.
Portinerie sociali di condominio, in tutti i contesti abitativi di edilizia residenziale pubblica, assistenti personali di condominio o di una pluralità di condomini. Valorizzazione di quelli che, un tempo, erano gli spazi condominiali che possono essere riqualificati come luogo relazionale e di promozione della solidarietà di vicinato.
Piccole comunità residenziali di quartiere a dimensione familiare e aperta al territorio rivolte alla fascia dei grandi anziani ancora in grado di autodeterminarsi in modo attivo che non intendono o non possono avvalersi di una assistente personale. Case ritrovate in cui un piccolo gruppo di persone vive esperienze di vita nella stessa casa con personale qualificato e con un controllo di qualità affidato alla cooperazione sociale e al servizio pubblico.
Case temporanee di convalescenza in particolare a seguito di dimissioni ospedaliere, anche solo per esigenze diurne o notturne , in grado di assicurare assistenza sanitaria, soprattutto infermieristica, supporti riorganizzativi per il ritorno a casa, in stretta connessione con le case della salute e le future Case della comunità.
Un servizio di Taxi sociale ad accesso molto semplificato non solo per andare a servizi sanitari ma ad es. far visita a un parente, andare al cimitero, andare a uno spettacolo ecc.
Ridare vigore alle esperienze dei Punti di comunità ampliandone le funzioni, connettendoli ai progetti della Banca del tempo, in cui le persone in difficoltà trovano altre persone, giovani e anziani ancora efficienti, in collegamento con il volontariato locale e i centri sociali degli anziani, per piccoli lavori, consegna spesa a domicilio, risoluzione di piccoli problemi della vita quotidiana.
Proposte sui servizi alle persone disabili
Rinsaldare il sostegno dei genitori di bimbi con disabilita già all’evento nascita. Da questo punto di vista l’esperienza maturata nel servizio di A casa con sostegno va confermata e consolidata.
Sviluppare la collaborazione tra servizi sociali, servizi sanitari e scuole per affiancare persone e famiglie nei momenti di passaggio del ciclo di vita e scolastici, a supporto del processo di inclusione e crescita personale, per i quali sarebbe auspicabile la presenza di almeno un nucleo stabile in pianta organica di educatori qualificati di cui il Comune si rende direttamente garante.
Definire una mappa dinamica degli studenti e studentesse in procinto di concludere il percorso scolastico, programmando per tempo (già dal terzo anno) il fabbisogno di servizi e interventi, al fine di creare una continuità virtuosa tra la fine della esperienza scolastica e la vita adulta, e stabilire le risorse necessarie.
Promuovere, in collaborazione con il Tribunale e le associazioni, iniziative a favore della individuazione di amministratori di sostegno nella società civile, la loro formazione e la consulenza, nonché la tenuta dell’albo delle persone candidate a svolgere la funzione di Amministratore di sostegno, previo percorso formativo adeguato.
Promuovere maggiore flessibilità dei servizi diurni, sia come orari nella giornata sia nella articolazione settimanale, soprattutto per permettere al caregiver di aspirare ad un lavoro e a progetti personali.
Affiancare le famiglie e le persone disabili anche nella maggiore età con figure professionali specifiche sia dal lato dei servizi sanitari, sia da quello dei servizi sociali (assistente sociale area adulti), dando attuazione alle Unità di valutazione multidimensionale, così come prefigurate nella legge 112/2016.
Promozione di iniziative che possano tutelare il diritto alla sessualità e affettività per le persone disabili. Formulazione del PEBA (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche) con modalita che vedano la partecipazione attiva delle persone disabili.
Potenziare la collaborazione tra Comune, Centro per l’impiego, imprese e Cooperazione sociale per favorire in misura sempre più estesa l’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro, che è strumento essenziale, per tutte e tutti, per la costruzione dell’autostima e della identità. Questo, anche promuovendo la formazione e la diffusione della figura del Disability Manager previsto negli ambiti lavorativi.
Per il Dopo di noi, potenziamento delle “Scuole di autonomia “ , un’esperienza formativa che va estesa anche ai caregiver, alle famiglie , agli amministratori di sostegno, e dell’esperienza delle “Case Ritrovate”, anche in collaborazione con la Fondazione Trustee .
Quando le persone disabili invecchiano, individuare nuovi percorsi di cura e assistenza, salvaguardando le relazioni che nel tempo esse hanno costruito.
Introdurre nel modello organizzativo dei servizi uno specifico Servizio per le persone con disabilità, distinto da quello per le persone anziane, eventualmente guidato dall’auspicata figura del Disability Manager.
Parma. Citta’ dei diritti e della salute a 360°
Questa pandemia ha aggravato le difficoltà che alcune fasce di persone già vivevano. Ciò vale soprattutto per le famiglie con figli ancora minorenni, i bambini e gli adolescenti che si sono trovati in una innaturale situazione di isolamento e di mancanza di relazioni dirette e chi aveva un lavoro precario, malpagato e senza garanzie in caso di interruzione del rapporto di lavoro.
A queste persone se ne sono aggiunte di nuove, in particolare lavoratori stagionali, lavoratori del settore legato agli eventi, lavoratori della ristorazione e del turismo, lavoratori del commercio e autonomi o privi di ammortizzatori sociali.
Questi mesi hanno anche aggravato le diseguaglianze sociali tra chi ha potuto conservare e addirittura aumentare i suoi redditi e risparmi e chi ha perso tutto quanto aveva e magari non ha conoscenza dei propri diritti, delle risorse e delle opportunità cui potrebbe accedere. Si è andati anche oltre quanto già rilevato in passato sulle gravi diseguaglianze economiche, sociali e di opportunità presenti nella nostra provincia (rapporto Asvis 2021).
I tagli progressivi del welfare (sanità, scuola, servizi sociali) da oltre vent’anni e politiche fiscali che, oltre a non contrastare l’enorme evasione fiscale, hanno favorito la rendita e penalizzato il lavoro dipendente, precario e le famiglie con figli, hanno aggravato la situazione.
Oltre a nuove, necessarie politiche nazionali e regionali, anche il livello istituzionale più prossimo ai cittadini può svolgere un ruolo molto importante.
Ecco alcune proposte per la ridurre la povertà:
- iniziative di informazione, orientamento e aiuto pratico per favorire, per chi ne ha diritto, l’accesso al reddito di Cittadinanza e altri benefici messi a disposizione dallo Stato. Anche a Parma servirebbe un’alleanza più stretta tra uffici Inps, servizi sociali del Comune, associazioni di volontariato e realtà del Terzo settore, con postazioni mobili e decentrate per aiutare ad accedere a tali benefici.
- Promuovere una collaborazione stabile tra tutti i soggetti coinvolti nell’ambito delle politiche abitative e chi conosce bene le famiglie più in difficoltà potrebbe prevenire, innanzitutto per le famiglie con bambini, tanti sfratti per morosità incolpevole e sfratti da tempo annunciati.Rendere più efficace la gestione del Fondo per le morosità incolpevoli e del Fondo di Garanzia sugli affitti in modo che possa raggiungere tutti coloro che ne avrebbero bisogno.
- Agire per riqualificare i tanti appartamenti pubblici o destinati ad attività sociali o comunitarie (anche della Chiesa) che sono inutilizzati e ricominciare a costruire nuove case di edilizia pubblica, rispettose dell’ambiente, con investimenti adeguati.
- Sui consumi energetici (gas ed elettricità) che stanno vedendo enormi rincari, bisogna prevedere adeguati accompagnamenti per chi non è in grado di richiedere i benefici previsti dalle misure governative, anche attivando appositi sportelli presso i fornitori, che vedono spesso partecipazioni pubbliche.
Occorre inoltre investire maggiormente nei percorsi formativi e di accompagnamento per chi, per motivi di salute o di svantaggio, non accede al lavoro, pur avendo delle abilità, e subendo così gravi disagi non solo personali, ma che coinvolgono tutto il nucleo familiare. Un’alleanza tra soggetti economici, imprese, sindacati, Enti locali e Terzo settore diventa urgentissima se si vuole davvero concretamente trovare soluzioni possibili, e già in parte attuate anche a livello locale, a questi problemi.
Devono diventare consuetudine le possibilità previste da leggi nazionali ed europee di emettere appalti pubblici con clausole sociali che facilitino il lavoro per lavoratori “svantaggiati”.
Soprattutto dopo la pandemia, che ha generato una crescita consistente degli abbandoni scolastici prima dei 16 anni, occorre guardare ad un obiettivo decisivo per la nostra comunità: “ABBANDONO ZERO” anche in funzione preventiva degli episodi che hanno determinato allarme sociale nell’area adolescenziale.
Tramite una rete permanente che veda Comune e servizi sanitari e sociali, Scuole, Enti di Formazione Professionale, Centri per l’impiego, Enti del Terzo settore, collaborare strettamente. Occorre recuperare prioritariamente alla scuola chi rischia di abbandonarla, oppure indirizzare all’ottenimento di una qualifica professionale che permetta in ogni caso un ingresso dignitoso nel mondo del lavoro.
Occorre sperimentare nuove iniziative, di concerto tra Regione, Aziende sanitarie, Comune e associazioni di volontariato, per rendere possibile e facilitare il pieno accesso per tutte le persone povere ai servizi sanitari ed ai farmaci necessari, il cui costo non è per loro sostenibile. Occorre un’attenzione specifica e personalizzata dedicata a questa fascia di popolazione.
Per affrontare questioni diffuse e quotidiane come la povertà e la diseguaglianza sociale è necessario cambiare logica, investendo su chi opera quotidianamente in questi ambiti, concordando su obiettivi strategici comuni, integrando competenze, progettualità e capacità dei vari soggetti coinvolti. Le possibilità offerte dalle normative sulla co-progettazione tra pubblico e Terzo settore, riprese anche dal PNRR, devono essere assunte in ogni campo, allargandosi anche alla sperimentazione di co-programmazioni dei servizi.
Alcune Proposte per sostenere il lavoro
Il Comune capoluogo può e deve essere centro propulsore della partecipazione del sistema territoriale all’attuazione del Patto regionale per il lavoro ed il clima, al cui fine vanno orientate anche le politiche urbanistiche. In questo quadro va sottolineato e riconosciuto il ruolo di interlocutori importanti alle OOSS e alle parti sociali. Il Comune deve essere in campo per facilitare il dialogo fra parti sociali e la ricerca di nuove soluzioni laddove si manifestino crisi aziendali.
Rafforzare il ruolo della formazione professionale per prevenire le crisi aziendali, promuovere la specializzazione nelle PMI, favorire l’incontro fra imprese che cercano lavoratori e non li trovano e persone alla ricerca di lavoro.
Vanno progettate politiche attrattive per il personale sanitario (stipendi più elevati, affitti agevolati, trasporti ed incentivi vari).
Necessaria una massima attenzione agli appalti di servizi, per evitare che vengano corrisposte ai lavoratori tariffe orarie irrisorie.
Aggiornare i Protocolli sulla legalità. Servono nuovi accordi territoriali che promuovano fattivamente regolarità, sicurezza e qualità del lavoro, che sono importanti fattori di competitività territoriale, oltre che di contrasto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.
Favorire l’occupazione delle donne ampliando, innovando, rendendo flessibile ed economicamente più accessibile, la rete dei servizi alle persone di ogni età.
Definire Azioni di sistema di lunga durata, con la partecipazione di scuole, famiglie, Università di Parma, per promuovere la desegregazione professionale di genere. Tali azioni, ad esempio, possono essere finalizzate a promuovere l’accesso delle giovani ragazze agli studi scientifici (discipline STEM), che offriranno nei prossimi anni buona parte dei lavori di alta qualità.
Utilizzare incentivi tariffari per
- sostenere le aziende che attuano politiche del personale orientate alla stabilità, qualità del lavoro e occupazione femminile
- aiutare le aziende in maggiore difficoltà La Sanità deve essere pubblica, supportata, mai sostituita, dalla sanità privata. Alcune proposte : Parma negli ultimi 15 anni è stata virtuosa nel campo sanitario attuando risparmi di spesa pur realizzando il maggior numero di Case della Salute di tutte le provincie e con meno trasferimenti regionali; ci aspettiamo che la Regione riequilibri la quota delle risorse economiche che distribuisce alle istituzioni sanitarie di Parma (AOU-AUSL).
La AOU di Parma è dotata di eccellenze, da consolidare e valorizzare, nel campo sanitario con i propri HUB. E’ Indispensabile potenziare fortemente i servizi territoriali, Medicina di prossimità, assistenza domiciliare complessa. I malati di patologie croniche, i più fragili e vulnerabili devono essere curati lì dove essi vivono.
Le Case della Salute conversione rapida in Case della Comunità, integrandole strettamente con i servizi socio assistenziali. Le Case della Salute (CDS) devono diventare a tutti gli effetti i riferimenti della salute in senso lato, sociale e sanitario, con una fortissima integrazione con i territori.
La realizzazione di tutto questo non è possibile senza il potenziamento del personale socio-sanitario, così fortemente provato, penalizzato e numericamente depauperato, potenziamento che va perseguito con politiche che rendano Parma attrattiva per venire a svolgere la propria professione sanitaria , anche allineando , da parte della Regione , , gli investimenti economici sul nostro territorio con quello di tutte le altre province .