Questa è l’ultima volta che ti permetto di affacciarti dal mio balcone di Facebook. Sto dando aria ai locali. Non trasloco, lascio uscire le scorie di cui mi sono in parte cibato, in questi anni. Indignazione, rabbia, paura, sconforto. Basta.
Servono parole nuove, azioni diverse, serve raccontare e fare il bello, il giusto. Serve uno sforzo di fantasia per evitare che la dittatura del terrore ci metta spalle al muro dietro cui hai costruito il tuo consenso, l’arroganza e la violenza di cui ti nutri ogni giorno.
Non ci saranno altri post, su di te. Nessuna condivisione di immagini, frasi ad effetto, sproloqui. Non sarà il presente a giudicarti, ma la storia, i fatti. Come quei 49 milioni sottratti ai famosi italiani che vengono sempre prima ma mai prima dei materassi imbottiti della Lega. Come il tuo voto a favore della proroga alle concessioni di Stato a quelle Autostrade per l’Italia che oggi attacchi con la bava alla bocca tipica di uno sciacallo qualunque. Senza pudore, senza dignità. Senso del limite.
Ed è proprio questo limite che mi impongo di non superare. Vai pure a fare il bullo sulle bacheche altrui, io voglio stare altrove: assaporare gli arancini democratici di Catania, passeggiare tra le stradine libere di Riace, raccontare la forza mostruosa dei miei sindaci virtuosi.
Pussa via, e non farti più vedere.